venerdì 18 giugno 2010

Relitto Motonave Gino Scardigli - 13/06/2010



FINALMENTE!!!

Eh, si, perchè da anni sentivamo parlare di questo benedetto relitto, che tutti disdegnano in quanto post-bellico, senza armamenti, con scarso interesse storico e che oltretutto il 99% delle volte è immerso in un torbido impenetrabile, con visibilità di 30 centimetri, della serie... dov'è..... dovèè..?? TUMPH .. eccolo, c'ho sbattuto il cranio!..

Avevamo tentato qualche settimana fa.. ed abbiamo per l'appunto abortito l'immersione perchè seppur pedagnati a 2 metri scarsi dal relitto, non siamo riusciti a vederlo, abbiamo preso la direzione sbagliata, legandoci con il reel alla cima di risalita, e quindi siamo tornati indietro. In risalita poi abbiamo visto, a 56 metri, le reti che svettavano dal fumaiolo.. a 3 pinnate da noi ..!!

Spero di aver reso l'idea ..

Ma chi è questo benedetto "Gino Scardigli"??

Prendo spunto dal sito degli scopritori ( http://www.aletek.it/ ) di questo relitto, che è stato ritrovato nel 2004, per descrivervi le origini e la storia dell'affondamento di questa motonave, varata col nome di ELJO ed affondata la notte del 30 Settembre 1966 nelle acque davanti a Livorno, a poca distanza dalle secche della meloria.




Nella notte tra il 30 settembre ed il 1 ottobre del 1966, salpata da Porto Empedocle, con a bordo 580 ton. di salgemma e 30 di merci varie (tra cui alcuni cingoli per uso civile), si trovava all'altezza dell'Isola di Gorgona a 10 miglia da Livorno e stava navigando un mare forza 4 sotto un fitta pioggia, in direzione di Savona.

Erano le 4:15 quando il nostromo registrava un improvviso sbandamento verso sinistra dell'unità, dava l'allarme e richiamava così in coperta tutti gli uomini dell'equipaggio. Il comandante, vista la grave situazione, ordinava di dirigere immediatamente verso il Porto di Livorno e chiamando soccorsi con il radio-telefono.

La Capitaneria di Porto inviava due rimorchiatori nel tentativo di soccorrere nave ed equipaggio.
Intorno alle 6:00, dopo circa due ore di agonia il motore della Scardigli si arrestava vanificando l'estremo tentativo di raggiungere le "Secche della Meloria" per incagliarsi. L'ordine del comandante di abbandonare la nave giungeva in tempo per salvare gli otto uomini dell'equipaggio mentre la Scardigli si rovesciava inabissandosi.








L'IMMERSIONE:

Confidando in una intera settimana di scirocco teso, che in questa zona dovrebbe ripulire le acque profonde, e nel giorno di immersione programmato, ovvero Domenica, lontano dalle ultime battute di pesca a strascico, abbiamo programmato una immersione di 30 minuti circa alla profondità del relitto, che và da 59 metri a 67 metri sotto la poppa.

Di prima mattina ci troviamo al diving Accademia Blu del nostro amico Maurizio Di Fiore, carichi di bombolame assortito e videocamera HD (incluso Primo col suo Reb ipermodificato Azimuth AF)!

Arriviamo sul punto, c'è un pò di corrente in superfice e l'acqua non è limpidissima, ma abbiamo visto di peggio. Scandagliando scandagliando, troviamo un rialzo netto e lanciamo il pedagno che fila via dritto e veloce. Attacchiamo la boa e cominciamo la vestizione col gommone alla deriva.

Una volta pronti, Simone che guida il gommone e ci dà un ottima assistenza in superfice si riavvicina alla boa del pedagno e al suo via scendiamo contremporaneamente in acqua.

Controllo di routine e... VIA!

La sorpresa giunti sul fondo è stata enorme .. LIMPIDO!! almeno 15 metri di visibilità!

La prima sensazione che ci pervade è quella di trovarsi in un luogo che, sebbene già conosciuto ed esplorato, è stato visitato molto poco e soprattutto, crediamo che come si è rivelato ai nostri occhi, non l'abbia mai fatto prima d'ora con nessuno.

Vi lascio giudicare dal video!

2010.06.13 Il relitto del Cargo Gino Scardigli from Primo Valentini on Vimeo.




Dopo circa 29 minuti di fondo, rimuovo personalmente il pedagno dalla fiancata del relitto e cominciamo una lenta decompressione che ci porterà fuori dall'acqua in 104 minuti di runtime totale, utilizzando sul fondo un bibo 12+12 ed una stage 7 litri di trimix 17/40 ed in decompressione un nitrox 32 da 40 metri ed un nitrox 80 da 10 metri.


Tirando le somme, a noi questo relittino c'è proprio piaciuto!! Ci ha emozionato la sensazione di privilegio di essere li con quella visibilità miracolosa per essere sul fango limaccioso e sulle tracce dei pescatori a strascico.

Ci hanno emozionato (ed impaurito, pensando al rischio che comportano quando non ci si vede un palmo dal naso) le reti incastrate sul fumaiolo che svettano verso l'alto..

E non dimentichiamoci che è un ottima palestra, che si può girare tutto in 25-30 minuti con calma, che dista solo 6 miglia (di mare) da casa mia :-) :-)


A presto con le prossime immersioni, e complimenti a Primo per gli ottimi risultati che stà ottenendo con la videocamera!

Ciao, Ciro


PS: Per le foto e la ricostruzione storica si ringrazia Aletek.it, relitti.it, http://www.xs4all.nl/~beejee/1950/ELJO-15-08-05.htm



Per immergersi su questo relitto: http://www.accademiablu.net/

2 commenti:

Primo ha detto...

Caro Ciro, anche se c'ero, devo complimentarmi con Te per l'ottimo post, quasi meglio dell'immersione, cioè sicuramente meglio del mio video. Sei quasi più bravo con la "penna" che con le "pinne"

:-) :-) :-)

Anonimo ha detto...

Mi unisco ai complimenti di Primo !

P.S. Ma la notturna con tanto di pizzetta ..............a quando?

A presto
RicCastel